L’ansia è uno stato di apprensione continua ed ingiustificata. Viene definita come “paura senza oggetto” rispetto invece alla paura che si genera quando all’esterno vediamo un pericolo imminente e reale.

La paura perciò dipende da un fattore esterno mentre l’ansia dipende da un fattore interno ed è anticipatoria di un evento. Una giusta dose di ansia è naturale in quanto ci predispone ad affrontare l’evento con la giusta attivazione psicofisiologica. Se però inizia ad essere eccessiva con compromissione delle attività quotidiane, lavorative e sociali, accompagnato da un marcato disagio, allora insorge il disturbo d’ansia. Tra questi si ha l’attacco di panico, la fobia specifica, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi da stress post traumatico e disturbi da somatizzazione. Nell’attacco di panico ad esempio l’ansia è talmente elevata che arresta la possibilità di interazione e movimento della persona.
Ma quali sono le vie di scarica dell’ansia?
–Via muscolo-scheletrica (ansia gestibile): l’ansia permea i muscoli striati e si manifesta con tensione muscolare. Inizia a canalizzarsi nei muscoli della mano, della bocca, si diffonde lungo la muscolatura delle braccia, spalle, collo fino ai muscoli facciali, nelle corde vocali, nella parete addominale, nei muscoli intercostali (respiri brevi e frequenti) fino alla muscolatura inferiore delle schiena e nelle gambe. Questa via di scaricare può determinare sindrome cervicale e bruxismo e tic.
–Via viscerale (ansia moderata): l’ansia permea i muscoli lisci degli organi interni (bronchi e tratto gastrointestinale) con difficoltà respiratorie fino all’asma. Si hanno sintomi correlati alla manifestazione del sistema nervoso simpatico (secchezza delle fauci, secchezza oculare, sudorazione, rossore, tachicardia e brividi) e parasimpatico (diarrea, debolezza, stordimento, cedimento delle gambe, sbadigli)
–Via cognitivo-percettiva (ansia invalidante): pensiero incoerente, ritardato, accelerato, alterazioni della percezione visiva, auditiva, testa ovattata, acufene, visione a tunnel, vuoti di memoria.
Risulta importante sviluppare un io osservativo per aver consapevolezza di quando si è in ansia, dei suoi sintomi e soprattutto di quale sia la via di scarica. Le domande da porsi sono:
-In che via si sta scaricando l’ansia? Dove la sento? In quali luoghi ed eventi insorge? Già questa consapevolezza aiuta ad abbassare l’ansia.
Altre tecniche per abbassare e gestire l’ansia sono il training autogeno, le tecniche respiratorie e per i disturbi d’ansia conclamati la psicoterapia in quanto all’origine del disturbo è presente un conflitto interno.
E la tua ansia come la gestisci? Hai consapevolezza di quando insorge, quali i suoi segnali e quali le vie di scarica?
Bibliografia
Have de Labije J. Ten, Robert Neborsky. Mastering intensive Short Term Dynamic Psychoterapy. Edizione Karnac 2012.