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Cos’è la dipendenza affettiva e come affrontarla al meglio

La redazione di DOSSIER SALUTE in collaborazione con il Dr. Leonardo Gottardo

Hai mai sentito parlare di dipendenza affettiva?

All’interno di questo approfondimento ne parleremo assieme al Dott. Gottardo Leonardo con l’obiettivo di capirne di più. Desideriamo affrontare tale problematica con delicatezza, analizzando così ogni sfaccettatura.

Al giorno d’oggi, purtroppo, se ne parla ancora molto poco. Invece, sarebbe bene, ed utile per qualcuno, discuterne al fine di fare chiarezza e di instaurare un confronto costruttivo.

Cosa si intende per dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva è sottovalutata dalla società odierna in quanto i sintomi che ne comporta condizionano inevitabilmente il benessere della persona.

Quando l’amore e il legame affettivo, sia esso verso un partner o verso un proprio familiare, diventa un’ossessione si parla, appunto, di dipendenza affettiva.

Il termine utilizzato, “ossessione”, non è eccessivo, anzi. Tutti coloro che soffrono di dipendenza affettiva iniziano a sviluppare una vera e propria dipendenza verso un’altra persona. Una situazione che domina la mente di chi ne è affetto e che, di certo, fa vivere il soggetto in questione davvero male con ansia e angoscia molto elevata.

Ma non dobbiamo dimenticare nemmeno la “parte opposta” e le sensazioni percepite. Ricevere delle attenzioni o dimostrazioni d’affetto fa sempre molto piacere, ma quando la situazione degenera e si trasforma in una sorta di dipendenza, tutto diventa “asfissiante”.

La dipendenza affettiva rappresenta, quindi, una problematica sempre più diffusa ed è strettamente legata alla sfera delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti circa le relazioni amorose e affettive.

La gestione amorosa

Quando si inizia una nuova relazione, è del tutto normale provare una sorta di dipendenza “iniziale”. I primi mesi sono i più frizzantini e rappresentano la continua voglia di trascorrere assieme del tempo.

I primi momenti di una coppia sono fondamentali al fine di conoscersi e al fine di iniziare a costruire qualcosa per il futuro. E per far ciò, trascorrere del tempo assieme è pressoché necessario.

Di conseguenza però, questa “smania” di voler stare sempre assieme sembrando quasi morbosi, andrà scemando gradualmente con il passare delle settimane. Quando cioè la coppia si sarà oramai consolidata e quando l’amore sarà forte e duraturo.

A questo punto, bene o male, le sensazioni si placano e si entra in una sorta di routine quotidiana. Il desiderio di mantenere la propria autonomia permette ai due partner di riprendere in mano i propri spazi dove continuare la propria vita.

La dipendenza affettiva disfunzionale

Ecco, coloro che soffrono di dipendenza affettiva disfunzionale non riescono a fare “lo step successivo”, anzi. Entrano in una sorta di stato patologico dove la relazione di coppia viene vista e vissuta come un’unica condizione, un legame indispensabile per la propria esistenza e, senza quest’ultimo, risulta praticamente impossibile vivere.

Per il dipendente affettivo l’esistenza psicologica si presenta tramite la relazione simbiotica in cui i propri bisogni vengono totalmente annullati a favore dell’altro.

Il motivo di tutto ciò è presto detto: la paura di una eventuale rottura della storia d’amore e dover quindi gestire e superare un netto distacco con l’altra persona. Per evitare tale rottura si è disposti anche a sopportare maltrattamenti psicologici (offese, svalutazioni, critiche, umiliazioni, proibizioni) e nei casi più gravi anche fisici.

Non a caso le personalità che si avvicinano alla dipendenza affettiva possono presentare anche tratti masochistici e depressivi.

Le conseguenze di una dipendenza affettiva disfunzionale

La dipendenza affettiva disfunzionale è dunque un disturbo psicologico e deve essere affrontata al fine di vivere meglio la propria vita. Infatti dipendere fisicamente e mentalmente da un’altra persona porta ad un’importante compromissione delle proprie autonomie.

Amare significa donare affetto ma non entrare in un tunnel di dipendenza affettiva e sofferenze continue. Pur vivendo l’amore si può, e si deve, mantenere una propria indipendenza fatta di quotidianità, lavoro, hobbies e serenità.

Vivere una relazione in questo modo, significa avere una percezione relazionale negativa caratterizzata da una assenza cronica di affetto reciproco.

Una dipendenza affettiva può generare un forte malessere sia psicologico e sia fisico. E sappiamo bene che, quando la nostra mente non è tranquilla e serena, l’epilogo può sfociare in molti sintomi.

Per cui, sarà importante vivere la propria condizione amorosa con serenità concedendo al partner lo spazio individuale di cui necessita. E far ciò non significa doversi preoccupare di una eventuale rottura, anzi: la morbosità porta ad una rottura e non la libertà di vivere serenamente.

Quali sono i sintomi di una dipendenza affettiva

Come abbiamo già ribadito, i sintomi sono piuttosto chiari. Quando si percepisce una morbosità verso un’altra persona si tratta proprio di dipendenza affettiva a tutti gli effetti.

Col tempo si tramuta in una vera e propria dipendenza patologica in grado di presentare caratteristiche simili alla dipendenza da uso di sostanze.

La persona che vive in questa condizione, percepisce una continua ansia di poter perdere – da un minuto all’altro – il partner. Quest’ultima, ha inoltre bisogno di continue rassicurazioni, ma talvolta comunque non bastano per capire che non c’è alcun pericolo che accada ciò.

Rimuginio, fantasie catastrofiche sulla perdita del partner, gelosie impetuose, angosce di tradimento, controllo del partner, incapacità di affrontare gli eventi della vita autonomamente a sono alcuni dei sintomi che si presentano.

Purtroppo però, per colpa di questo atteggiamento, la rottura sarà inevitabile proprio perché la persona senza rendersene conto andrà a riproporre traumi abbandonici del passato mai elaborati. Ma ciò rappresenterà solo una conseguenza di tale situazione e non una mancanza d’amore come invece pensa chi è affetto da tale disturbo.

Il dipendente affettivo vive costantemente con un vuoto affettivo interiore mai colmato che si porta appresso dal passato e a tutti i costi cerca la salvezza in una persona che mai potrà soddisfare.

Lo psicoterapeuta può aiutarti a stare meglio

Se leggendo questo testo e ti rispecchi in quanto scritto, il nostro consiglio è quello di rivolgerti ad uno psicoterapeuta ed intraprendere un percorso terapeutico con quest’ultimo.

Non devono esserci dei tabù. Se una persona riscontra una problematica fisica o di natura psicologica, la scelta più ovvia e corretta sarà quella di rivolgersi ad un professionista e chiedere aiuto.

Il percorso potrà anche essere tortuoso, lo sappiamo. Ma una volta raggiunto il traguardo della tranquillità mentale e della conquista delle proprie autonomie potrai vivere le relazioni con molta meno ansietà.

La buona volontà da parte tua è fondamentale.

Non sottovalutare, dunque, questa condizione. Agisci per il tuo bene e prenditi a cuore perché solo tu puoi farlo.

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